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Lucrezio, De Rerum Natura 1.1-1.43

cristiana caserta /
  • Created on 2021-07-22 08:49:44
  • Translated by Luca Canali
  • Aligned by cristiana caserta
Latin
italiano
Aeneadum genetrix , hominum divumque voluptas ,
alma Venus , caeli subter labentia signa
quae mare navigerum , quae terras frugiferentis
concelebras , per te quoniam genus omne animantum
concipitur visitque exortum lumina solis :
te , dea , te fugiunt venti , te nubila caeli
adventumque tuum , tibi suavis daedala tellus
summittit flores , tibi rident aequora ponti
placatumque nitet diffuso lumine caelum .
Nam simul ac species patefactast verna diei
et reserata viget genitabilis aura favoni ,
aeriae primum volucres te , diva , tuumque
significant initum perculsae corda tua vi .
Inde ferae pecudes persultant pabula laeta
et rapidos tranant amnis : ita capta lepore
te sequitur cupide quo quamque inducere pergis .
Denique per maria ac montis fluviosque rapaces
frondiferasque domos avium camposque virentis
omnibus incutiens blandum per pectora amorem
efficis ut cupide generatim saecla propagent .
Quae quoniam rerum naturam sola gubernas
nec sine te quicquam dias in luminis oras
exoritur neque fit laetum neque amabile quicquam ,
te sociam studeo scribendis versibus esse
quos ego de rerum natura pangere conor
Memmiadae nostro , quem tu , dea , tempore in omni
omnibus ornatum voluisti excellere rebus .
Quo magis aeternum da dictis , diva , leporem .
Effice ut interea fera moenera militiai
per maria ac terras omnis sopita quiescant .
Nam tu sola potes tranquilla pace iuvare
mortalis , quoniam belli fera moenera Mavors
armipotens regit , in gremium qui saepe tuum se
reicit aeterno devictus vulnere amoris ,
atque ita suspiciens tereti cervice reposta
pascit amore avidos inhians in te , dea , visus ,
eque tuo pendet resupini spiritus ore .
Hunc tu , diva , tuo recubantem corpore sancto
circumfusa super , suavis ex ore loquelas
funde petens placidam Romanis , incluta , pacem .
Nam neque nos agere hoc patriai tempore iniquo
possumus aequo animo nec Memmi clara propago
talibus in rebus communi desse saluti .
Madre degli Eneadi , voluttà degli uomini e degli dei ,
Alma Venere , che sotto gli astri vaganti del cielo
popoli il mare solcato da navi e la terra feconda
di frutti , poiché per tuo mezzo ogni specie vivente si forma ,
e una volta sbocciata può vedere la luce del sole :
te , o dea , te fuggono i venti , te e il tuo primo apparire
le nubi del cielo , per te la terra industriosa
suscita i fiori soavi , per te ridono le distese del mare ,
e il cielo placato risplende di luce diffusa .
Non appena si svela il volto primaverile dei giorni ,
e libero prende vigore il soffio del fecondo zefiro ,
per primi gli uccelli dell ' aria annunziano te , nostra dea ,
e il tuo arrivo , turbati i cuori della tua forza vitale .
Poi anche le fiere e gli armenti balzano per i prati in rigoglio ,
e guadano i rapidi fiumi : così , prigioniero al tuo incanto ,
ognuno ti segue ansioso dovunque tu voglia condurlo .
E infine per mari e sui monti e nei corsi impetuosi dei fiumi ,
nelle frondose dimore degli uccelli , nelle verdi pianure ,
a tutti infondendo in petto la dolcezza dell ' amore ,
fai che nel desiderio propaghino le generazioni secondo le stirpi .
Poiché tu solamente governi la natura delle cose ,
e nulla senza di te può sorgere alle divine regioni della luce ,
nulla senza te prodursi di lieto e di amabile ,
desidero di averti compagna nello scrivere i versi
che intendo comporre sulla natura di tutte le cose ,
per la prole di Memmio diletta , che sempre tu , o dea ,
volesti eccellesse di tutti i pregi adornata .
Tanto più concedi , o dea , eterna grazia ai miei detti .
E fa ' che intanto le feroci opere della guerra
per tutti i mari e le terre riposino sopite .
Infatti tu sola puoi gratificare i mortali con una tranquilla pace ,
poiché le crudeli azioni guerresche governa Marte
possente in armi , che spesso rovescia il capo nel tuo grembo ,
vinto dall ' eterna ferita d ' amore ,
e così mirandoti con il tornito collo reclino ,
in te , o dea , sazia anelante d ' amore gli avidi occhi ,
e alla tua bocca è sospeso il respiro del dio supino .
Quando egli , o divina , riposa sul tuo corpo santo ,
riversandoti su di lui effondi dalle labbra soavi parole ,
e chiedi , o gloriosa , una placida pace per i Romani .
Poiché io non posso compiere la mia opera in un ' epoca
avversa alla patria , l ' illustre stirpe di Memmio
può mancare in tale discrimine alla salvezza comune .

( 48 ) 15% LAT
( 270 ) 85% LAT - ITA

( 403 ) 84% LAT - ITA
( 78 ) 16% ITA

Lucrezio, De Rerum Natura 1.1-1.43

cristiana caserta /
  • Created on 2021-07-22 08:51:26
  • Translated by Luca Canali
  • Aligned by cristiana caserta
Latin
italiano
Aeneadum genetrix , hominum divumque voluptas ,
alma Venus , caeli subter labentia signa
quae mare navigerum , quae terras frugiferentis
concelebras , per te quoniam genus omne animantum
concipitur visitque exortum lumina solis :
te , dea , te fugiunt venti , te nubila caeli
adventumque tuum , tibi suavis daedala tellus
summittit flores , tibi rident aequora ponti
placatumque nitet diffuso lumine caelum .
Nam simul ac species patefactast verna diei
et reserata viget genitabilis aura favoni ,
aeriae primum volucres te , diva , tuumque
significant initum perculsae corda tua vi .
Inde ferae pecudes persultant pabula laeta
et rapidos tranant amnis : ita capta lepore
te sequitur cupide quo quamque inducere pergis .
Denique per maria ac montis fluviosque rapaces
frondiferasque domos avium camposque virentis
omnibus incutiens blandum per pectora amorem
efficis ut cupide generatim saecla propagent .
Quae quoniam rerum naturam sola gubernas
nec sine te quicquam dias in luminis oras
exoritur neque fit laetum neque amabile quicquam ,
te sociam studeo scribendis versibus esse
quos ego de rerum natura pangere conor
Memmiadae nostro , quem tu , dea , tempore in omni
omnibus ornatum voluisti excellere rebus .
Quo magis aeternum da dictis , diva , leporem .
Effice ut interea fera moenera militiai
per maria ac terras omnis sopita quiescant .
Nam tu sola potes tranquilla pace iuvare
mortalis , quoniam belli fera moenera Mavors
armipotens regit , in gremium qui saepe tuum se
reicit aeterno devictus vulnere amoris ,
atque ita suspiciens tereti cervice reposta
pascit amore avidos inhians in te , dea , visus ,
eque tuo pendet resupini spiritus ore .
Hunc tu , diva , tuo recubantem corpore sancto
circumfusa super , suavis ex ore loquelas
funde petens placidam Romanis , incluta , pacem .
Nam neque nos agere hoc patriai tempore iniquo
possumus aequo animo nec Memmi clara propago
talibus in rebus communi desse saluti .
Madre degli Eneadi , voluttà degli uomini e degli dei ,
Alma Venere , che sotto gli astri vaganti del cielo
popoli il mare solcato da navi e la terra feconda
di frutti , poiché per tuo mezzo ogni specie vivente si forma ,
e una volta sbocciata può vedere la luce del sole :
te , o dea , te fuggono i venti , te e il tuo primo apparire
le nubi del cielo , per te la terra industriosa
suscita i fiori soavi , per te ridono le distese del mare ,
e il cielo placato risplende di luce diffusa .
Non appena si svela il volto primaverile dei giorni ,
e libero prende vigore il soffio del fecondo zefiro ,
per primi gli uccelli dell ' aria annunziano te , nostra dea ,
e il tuo arrivo , turbati i cuori della tua forza vitale .
Poi anche le fiere e gli armenti balzano per i prati in rigoglio ,
e guadano i rapidi fiumi : così , prigioniero al tuo incanto ,
ognuno ti segue ansioso dovunque tu voglia condurlo .
E infine per mari e sui monti e nei corsi impetuosi dei fiumi ,
nelle frondose dimore degli uccelli , nelle verdi pianure ,
a tutti infondendo in petto la dolcezza dell ' amore ,
fai che nel desiderio propaghino le generazioni secondo le stirpi .
Poiché tu solamente governi la natura delle cose ,
e nulla senza di te può sorgere alle divine regioni della luce ,
nulla senza te prodursi di lieto e di amabile ,
desidero di averti compagna nello scrivere i versi
che intendo comporre sulla natura di tutte le cose ,
per la prole di Memmio diletta , che sempre tu , o dea ,
volesti eccellesse di tutti i pregi adornata .
Tanto più concedi , o dea , eterna grazia ai miei detti .
E fa ' che intanto le feroci opere della guerra
per tutti i mari e le terre riposino sopite .
Infatti tu sola puoi gratificare i mortali con una tranquilla pace ,
poiché le crudeli azioni guerresche governa Marte
possente in armi , che spesso rovescia il capo nel tuo grembo ,
vinto dall ' eterna ferita d ' amore ,
e così mirandoti con il tornito collo reclino ,
in te , o dea , sazia anelante d ' amore gli avidi occhi ,
e alla tua bocca è sospeso il respiro del dio supino .
Quando egli , o divina , riposa sul tuo corpo santo ,
riversandoti su di lui effondi dalle labbra soavi parole ,
e chiedi , o gloriosa , una placida pace per i Romani .
Poiché io non posso compiere la mia opera in un ' epoca
avversa alla patria , l ' illustre stirpe di Memmio
può mancare in tale discrimine alla salvezza comune .

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prova

cristiana caserta /
  • Created on 2022-09-23 09:50:57
  • Modified on 2022-09-23 10:01:40
  • Aligned by cristiana caserta
Latin
italiano

( 173 ) 83% LAT
( 35 ) 17% LAT - ITA

( 45 ) 17% LAT - ITA
( 221 ) 83% ITA

Proemio Teogonia

cristiana caserta /

Proemio Teogonia

cristiana caserta /

Esiodo, Teogonia, Proemio/1

cristiana caserta /
Ἑλληνική Transliterate
italiano
http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/testi/Hesiodus/Theogonia.htm
Μουσάων Ἑλικωνιάδων ἀρχώμεθ ' ἀείδειν ,
αἵ θ ' Ἑλικῶνος ἔχουσιν ὄρος μέγα τε ζάθεόν τε ,
καί τε περὶ κρήνην ἰοειδέα πόσσ ' ἁπαλοῖσιν
ὀρχεῦνται καὶ βωμὸν ἐρισθενέος Κρονίωνος ·
   5 καί τε λοεσσάμεναι τέρενα χρόα Περμησσοῖο
' Ἵππου κρήνης ' Ὀλμειοῦ ζαθέοιο
ἀκροτάτῳ Ἑλικῶνι χοροὺς ἐνεποιήσαντο ,
καλοὺς ἱμερόεντας , ἐπερρώσαντο δὲ ποσσίν .
ἔνθεν ἀπορνύμεναι κεκαλυμμέναι ἠέρι πολλῷ
  10 ἐννύχιαι στεῖχον περικαλλέα ὄσσαν ἱεῖσαι ,
ὑμνεῦσαι Δία τ ' αἰγίοχον καὶ πότνιαν Ἥρην
Ἀργείην , χρυσέοισι πεδίλοις ἐμβεβαυῖαν ,
κούρην τ ' αἰγιόχοιο Διὸς γλαυκῶπιν Ἀθήνην
Φοῖβόν τ ' Ἀπόλλωνα καὶ Ἄρτεμιν ἰοχέαιραν
  15 ἠδὲ Ποσειδάωνα γαιήοχον ἐννοσίγαιον
καὶ Θέμιν αἰδοίην ἑλικοβλέφαρόν τ ' Ἀφροδίτην
Ἥβην τε χρυσοστέφανον καλήν τε Διώνην
Λητώ τ ' Ἰαπετόν τε ἰδὲ Κρόνον ἀγκυλομήτην
Ἠῶ τ ' Ἠέλιόν τε μέγαν λαμπράν τε Σελήνην
  20 Γαῖάν τ ' Ὠκεανόν τε μέγαν καὶ Νύκτα μέλαιναν
ἄλλων τ ' ἀθανάτων ἱερὸν γένος αἰὲν ἐόντων .

( 36 ) 24% GRC
( 116 ) 76% GRC - ITA

( 155 ) 90% GRC - ITA
( 17 ) 10% ITA

Esiodo, Teogonia, Poemio/2

cristiana caserta /
Ἑλληνική Transliterate
italiano
- αἵ νύ ποθ ' Ἡσίοδον καλὴν ἐδίδαξαν ἀοιδήν ,
ἄρνας ποιμαίνονθ ' Ἑλικῶνος ὕπο ζαθέοιο .
τόνδε δέ με πρώτιστα θεαὶ πρὸς μῦθον ἔειπον ,
  25 Μοῦσαι Ὀλυμπιάδες , κοῦραι Διὸς αἰγιόχοιο ·
- " ποιμένες ἄγραυλοι , κάκ ' ἐλέγχεα , γαστέρες οἶον ,
ἴδμεν ψεύδεα πολλὰ λέγειν ἐτύμοισιν ὁμοῖα ,
ἴδμεν δ ' εὖτ ' ἐθέλωμεν ἀληθέα γηρύσασθαι . "
- ὣς ἔφασαν κοῦραι μεγάλου Διὸς ἀρτιέπειαι ,
  30 καί μοι σκῆπτρον ἔδον δάφνης ἐριθηλέος ὄζον
δρέψασαι , θηητόν · ἐνέπνευσαν δέ μοι αὐδὴν
θέσπιν , ἵνα κλείοιμι τά τ ' ἐσσόμενα πρό τ ' ἐόντα ,
καί μ ' ἐκέλονθ ' ὑμνεῖν μακάρων γένος αἰὲν ἐόντων ,
σφᾶς δ ' αὐτὰς πρῶτόν τε καὶ ὕστατον αἰὲν ἀείδειν .
  35 - ἀλλὰ τίη μοι ταῦτα περὶ δρῦν περὶ πέτρην;
τύνη , Μουσάων ἀρχώμεθα , ταὶ Διὶ πατρὶ
ὑμνεῦσαι τέρπουσι μέγαν νόον ἐντὸς Ὀλύμπου ,
εἴρουσαι τά τ ' ἐόντα τά τ ' ἐσσόμενα πρό τ ' ἐόντα ,
φωνῇ ὁμηρεῦσαι , τῶν δ ' ἀκάματος ῥέει αὐδὴ
  40 ἐκ στομάτων ἡδεῖα · γελᾷ δέ τε δώματα πατρὸς
Ζηνὸς ἐριγδούποιο θεᾶν ὀπὶ λειριοέσσῃ
σκιδναμένῃ , ἠχεῖ δὲ κάρη νιφόεντος Ὀλύμπου
δώματά τ ' ἀθανάτων · αἱ δ ' ἄμβροτον ὄσσαν ἱεῖσαι
θεῶν γένος αἰδοῖον πρῶτον κλείουσιν ἀοιδῇ
  45 ἐξ ἀρχῆς , οὓς Γαῖα καὶ Οὐρανὸς εὐρὺς ἔτικτεν ,
οἵ τ ' ἐκ τῶν ἐγένοντο , θεοὶ δωτῆρες ἐάων ·
δεύτερον αὖτε Ζῆνα θεῶν πατέρ ' ἠδὲ καὶ ἀνδρῶν ,
[ ἀρχόμεναί θ ' ὑμνεῦσι θεαὶ †λήγουσαί τ ' ἀοιδῆς , ]
ὅσσον φέρτατός ἐστι θεῶν κάρτει τε μέγιστος ·
  50 αὖτις δ ' ἀνθρώπων τε γένος κρατερῶν τε Γιγάντων
ὑμνεῦσαι τέρπουσι Διὸς νόον ἐντὸς Ὀλύμπου
- Μοῦσαι Ὀλυμπιάδες , κοῦραι Διὸς αἰγιόχοιο .
Esse una volta insegnarono un bel canto a Esiodo mentre pascolava le greggi ai piedi del divino Elicona questo discorso prima di tutto mi rivolsero le dee le Muse Olimpie figlie di Zeus egioco : " pastori che abitate nei campi , obbrobrio , solo ventre ; sappiamo dire molte menzogne simili alla verità , ma sappiamo quando vogliamo cantare cose vere " . Così dicevano le figlie del grande Zeus abili a parlare e come scettro mi diedero un ramo d ' alloro fiorito , dopo averlo staccato , mirabile . Mi ispirarono poi un canto divino affinché glorificassi ciò che sarà e ciò che è stato e mi ordinarono di celebrare con un inno la stirpe dei beati che sempre vivono , ma di cantare sempre loro per prime e per ultime . Ma a me cosa importa di tali cose sulla quercia o sulla roccia ? Orsù iniziamo dalle Muse che al padre Zeus inneggiando rallegrano la mente grande dentro l ' Olimpo , dicendo ciò che è e ciò che sarà e ciò che è stato , concordi nella voce . Instancabile scorre la voce dalle loro bocche , dolce ride la casa del padre Zeus tonante per la delicata voce delle dee , che si diffonde ; risuona la cima del nevoso Olimpo e le case degli immortali . Ed esse , emettendo la voce divina , glorificano con il canto per prima la stirpe venerabile degli dèi , dall ' inizio , coloro che Gaia e il vasto Urano generarono e che da essi nacquero dèi dispensatori di beni ; poi per secondo Zeus padre degli dèi e degli uomini [ e le dee lo celebrano con un inno cominciando e terminando il canto ] quanto sia il più forte degli dèi e il più grande per potenza , poi celebrando con un inno la stirpe degli uomini e dei possenti Giganti rallegrano la mente di Zeus dentro l ' Olimpo le Muse Olimpie figlie di Zeus egioco

( 82 ) 29% GRC
( 204 ) 71% GRC - ITA

( 299 ) 90% GRC - ITA
( 35 ) 10% ITA

Guerra del Peloponneso, 1, 1

cristiana caserta /
Ἑλληνική Transliterate
italiano

( 11 ) 14% GRC
( 68 ) 86% GRC - ITA

( 107 ) 88% GRC - ITA
( 14 ) 12% ITA

Tucidide, Dialogo dei Meli/1

cristiana caserta /
Ἑλληνική Transliterate
italiano
[ 85 ]
[ 1 ] οἱ δὲ τῶν Ἀθηναίων πρέσβεις ἔλεγον τοιάδε . ' ἐπειδὴ οὐ πρὸς τὸ πλῆθος οἱ λόγοι γίγνονται , ὅπως δὴ μὴ ξυνεχεῖ ῥήσει οἱ πολλοὶ ἐπαγωγὰ καὶ ἀνέλεγκτα ἐσάπαξ ἀκούσαντες ἡμῶν ἀπατηθῶσιν ( γιγνώσκομεν γὰρ ὅτι τοῦτο φρονεῖ ἡμῶν ἐς τοὺς ὀλίγους ἀγωγή ) , ὑμεῖς οἱ καθήμενοι ἔτι ἀσφαλέστερον ποιήσατε . καθ ' ἕκαστον γὰρ καὶ μηδ ' ὑμεῖς ἑνὶ λόγῳ , ἀλλὰ πρὸς τὸ μὴ δοκοῦν ἐπιτηδείως λέγεσθαι εὐθὺς ὑπολαμβάνοντες κρίνετε . καὶ πρῶτον εἰ ἀρέσκει ὡς λέγομεν [ 86 ] εἴπατε . ' οἱ δὲ τῶν Μηλίων ξύνεδροι ἀπεκρίναντο ' μὲν ἐπιείκεια τοῦ διδάσκειν καθ ' ἡσυχίαν ἀλλήλους οὐ ψέγεται , τὰ δὲ τοῦ πολέμου παρόντα ἤδη καὶ οὐ μέλλοντα διαφέροντα αὐτοῦ φαίνεται . ὁρῶμεν γὰρ αὐτούς τε κριτὰς ἥκοντας ὑμᾶς τῶν λεχθησομένων καὶ τὴν τελευτὴν ἐξ αὐτοῦ κατὰ τὸ εἰκὸς περιγενομένοις μὲν τῷ δικαίῳ καὶ δι ' αὐτὸ μὴ ἐνδοῦσι πόλεμον ἡμῖν φέρουσαν , πεισθεῖσι δὲ δουλείαν . '

[ 87 ]    ΑΘ . Εἰ μὲν τοίνυν ὑπονοίας τῶν μελλόντων λογιούμενοι ἄλλο τι ξυνήκετε ἐκ τῶν παρόντων καὶ ὧν ὁρᾶτε περὶ σωτηρίας βουλεύσοντες τῇ πόλει , παυοίμεθ ' ἄν · εἰ δ ' ἐπὶ τοῦτο , λέγοιμεν ἄν .

[ 88 ]    ΜΗΛ . Εἰκὸς μὲν καὶ ξυγγνώμη ἐν τῷ τοιῷδε καθεστῶτας ἐπὶ πολλὰ καὶ λέγοντας καὶ δοκοῦντας τρέπεσθαι · μέντοι ξύνοδος καὶ περὶ σωτηρίας ἥδε πάρεστι , καὶ λόγος προκαλεῖσθε τρόπῳ , εἰ δοκεῖ , γιγνέσθω .

[ 89 ]    ΑΘ . Ἡμεῖς τοίνυν οὔτε αὐτοὶ μετ ' ὀνομάτων καλῶν , ὡς δικαίως τὸν Μῆδον καταλύσαντες ἄρχομεν ἀδικούμενοι νῦν ἐπεξερχόμεθα , λόγων μῆκος ἄπιστον παρέξομεν , οὔθ ' ὑμᾶς ἀξιοῦμεν ὅτι Λακεδαιμονίων ἄποικοι ὄντες οὐ ξυνεστρατεύσατε ὡς ἡμᾶς οὐδὲν ἠδικήκατε λέγοντας οἴεσθαι πείσειν , τὰ δυνατὰ δ ' ἐξ ὧν ἑκάτεροι ἀληθῶς φρονοῦμεν διαπράσσεσθαι , ἐπισταμένους πρὸς εἰδότας ὅτι δίκαια μὲν ἐν τῷ ἀνθρωπείῳ λόγῳ ἀπὸ τῆς ἴσης ἀνάγκης κρίνεται , δυνατὰ δὲ οἱ προύχοντες πράσσουσι καὶ οἱ ἀσθενεῖς ξυγχωροῦσιν .

[ 90 ]    ΜΗΛ . Ἧι μὲν δὴ νομίζομέν γε , χρήσιμον ( ἀνάγκη γάρ , ἐπειδὴ ὑμεῖς οὕτω παρὰ τὸ δίκαιον τὸ ξυμφέρον λέγειν ὑπέθεσθε ) μὴ καταλύειν ὑμᾶς τὸ κοινὸν ἀγαθόν , ἀλλὰ τῷ αἰεὶ ἐν κινδύνῳ γιγνομένῳ εἶναι τὰ εἰκότα καὶ δίκαια , καί τι καὶ ἐντὸς τοῦ ἀκριβοῦς πείσαντά τινα ὠφεληθῆναι . καὶ πρὸς ὑμῶν οὐχ ἧσσον τοῦτο , ὅσῳ καὶ ἐπὶ μεγίστῃ τιμωρίᾳ σφαλέντες ἂν τοῖς ἄλλοις παράδειγμα γένοισθε .

[ 91 ]    ΑΘ . Ἡμεῖς δὲ τῆς ἡμετέρας ἀρχῆς , ἢν καὶ παυθῇ , οὐκ ἀθυμοῦμεν τὴν τελευτήν · οὐ γὰρ οἱ ἄρχοντες ἄλλων , ὥσπερ καὶ Λακεδαιμόνιοι , οὗτοι δεινοὶ τοῖς νικηθεῖσιν ( ἔστι δὲ οὐ πρὸς Λακεδαιμονίους ἡμῖν ἀγών ) , ἀλλ ' ἢν οἱ ὑπήκοοί που [ 2 ] τῶν ἀρξάντων αὐτοὶ ἐπιθέμενοι κρατήσωσιν . καὶ περὶ μὲν τούτου ἡμῖν ἀφείσθω κινδυνεύεσθαι · ὡς δὲ ἐπ ' ὠφελίᾳ τε πάρεσμεν τῆς ἡμετέρας ἀρχῆς καὶ ἐπὶ σωτηρίᾳ νῦν τοὺς λόγους ἐροῦμεν τῆς ὑμετέρας πόλεως , ταῦτα δηλώσομεν , βουλόμενοι ἀπόνως μὲν ὑμῶν ἄρξαι , χρησίμως δ ' ὑμᾶς ἀμφοτέροις σωθῆναι .

[ 92 ]

[ 1 ]    ΜΗΛ . Καὶ πῶς χρήσιμον ἂν ξυμβαίη ἡμῖν δουλεῦσαι , ὥσπερ καὶ ὑμῖν ἄρξαι ;

[ 93 ]    ΑΘ . Ὅτι ὑμῖν μὲν πρὸ τοῦ τὰ δεινότατα παθεῖν ὑπακοῦσαι ἂν γένοιτο , ἡμεῖς δὲ μὴ διαφθείραντες ὑμᾶς κερδαίνοιμεν ἄν .

[ 94 ]    ΜΗΛ . Ὥστε [ δὲ ] ἡσυχίαν ἄγοντας ἡμᾶς φίλους μὲν εἶναι ἀντὶ πολεμίων , ξυμμάχους δὲ μηδετέρων , οὐκ ἂν δέξαισθε ;

[ 95 ]    ΑΘ . Οὐ γὰρ τοσοῦτον ἡμᾶς βλάπτει ἔχθρα ὑμῶν ὅσον φιλία μὲν ἀσθενείας , τὸ δὲ μῖσος δυνάμεως παράδειγμα τοῖς ἀρχομένοις δηλούμενον .

[ 96 ]    ΜΗΛ . Σκοποῦσι δ ' ὑμῶν οὕτως οἱ ὑπήκοοι τὸ εἰκός , ὥστε τούς τε μὴ προσήκοντας καὶ ὅσοι ἄποικοι ὄντες οἱ πολλοὶ καὶ ἀποστάντες τινὲς κεχείρωνται ἐς τὸ αὐτὸ τιθέασιν ;

[ 97 ]    ΑΘ . Δικαιώματι γὰρ οὐδετέρους ἐλλείπειν ἡγοῦνται , κατὰ δύναμιν δὲ τοὺς μὲν περιγίγνεσθαι , ἡμᾶς δὲ φόβῳ οὐκ ἐπιέναι · ὥστε ἔξω καὶ τοῦ πλεόνων ἄρξαι καὶ τὸ ἀσφαλὲς ἡμῖν διὰ τὸ καταστραφῆναι ἂν παράσχοιτε , ἄλλως τε καὶ νησιῶται ναυκρατόρων καὶ ἀσθενέστεροι ἑτέρων ὄντες εἰ μὴ περιγένοισθε .

E gli ambasciatori ateniesi così parlarono : [ 85 ] « « Poiché le trattative non si svolgono dinanzi al popolo , evidentemente per evitare che i più si lascino da noi ingannare con un discorso senza interruzione , udendo argomenti convincenti ed inconfutabili una volta per sempre ( riconosciamo infatti che è questo il motivo per cui siamo stati condotti davanti ai maggiorenti ) , voi che siete qui riuniti garantitevi una sicurezza ancora maggiore : esprimete il vostro parere di volta in volta of anche voi senza un discorso continuo ma interrompendo subito le affermazioni che non vi sembrano adeguate . E per prima cosa diteci se vi va questo modo di parlare» . I sinedri dei Meli risposero
[ 86 ] « « Sulla convenienza di scambiarci i rispettivi punti di vista pacificamente , nulla da biasimare ; ma i preparativi di guerra , ormai sotto i nostri occhi e non di da venire , appaiono in contrasto con questo obiettivo ; giacché vediamo bene che siete venuti per giudicare v stessi le cose che saranno dette , e che l ' esito della discussione , com ' è naturale , sarà per noi la guerra se trionferemo dal punto di vista del diritto , e perciò non cederemo ; e sarà invece la schiavitù se ci lasceremo convincere .
[ 87 ] Pertanto se siete venuti a congetturare ciò che il futuro ci riserva o per qualche altro motivo , anziché per deliberare sulla salvezza della nostra città partendo dalla situazione qual essa è e da quello che vedete , possiamo pure interrompere ; se invece siete venuti proprio p questo , possiamo parlare » » .
[ 88 ] Ateniesi : «È naturale e comprensibile che chi si trova in una situazione come questa riguarda la vostra salvezza , e il dibattito si svolga , se vi sembra , nel modo che voi proponete . abbandoni con la parola e [ 89 ] Orbene , per quanto ci riguarda noi non faremo ornato di parole affascinanti , sostenendo che è giusto per noi avere un impero perché abbia un discorso lungo e poco convincente , mo sconfitto i Persiani , oppure che ora esercitiamo il diritto di rappresaglia perché abbiamo subito un torto ; cosi come non consideriamo un vostro diritto pensare di persuaderci sostenendo di non avere partecipato con noi alle spedizioni perché siete coloni degli Spartani , oppure che non ci avete fatto alcun torto ; riteniamo invece legittimo cercare di ottenere quello che è fattibile in base alle vere intenzioni che ciascuno di noi ha , che voi sapete che nel linguaggio umano il diritto si giudica a parità di condizioni , altrimenti i potenti fanno quello che possono e ai deboli tocca dichiararsi d ' accordo .
[ 90 ] Meli . «Almeno come giudichiamo noi ( infatti è inevitabile , dato che voi , messo da par-
te il diritto , avete posto cosi come base della discussione l ' utile ) , utile che voi non distruggiate il bene comune , ma che a chiunque , ogni qualvolta si trovi in pericolo , venga assicurato ciò che è conveniente e giusto , e che anche se non riesce a persuadere esattamente uno possa
ricavare qualche vantaggio . E questo è tanto più nel vostro interesse in quanto , fitti , sareste d ' esempio agli altri per la tremenda vendetta cui andreste incontro» .
[ 91 ] Ateniesi . Ma a noi , anche se il nostro impero dovesse essere smantellato , non ci fa
paura la sua fine ; perché non sono quelli che dominano gli altri , come gli Spartani , che rappresentano in quanto tali un pericolo per i vinti ( e tuttavia questa non è una lotta contro gli Spartani ) , ma sono piuttosto i sudditi se attaccano e sottomettono da soli quelli che li dominano . [ 2 ] Ma lasciate a noi di correre questo rischio ; piuttosto vi mostreremo che siamo qui per sostenere il nostro impero e che ora faremo le nostre proposte per la salvezza della vostra città , perché vogliamo dominarvi senza fatiche e conservarvi sani e salvi nel vostro e nel nostro interesse» .
[ 92 ] Meli . E come potrebbe essere utile per noi essere schiavi , come è utile per voi dominare ? » .
[ 93 ] Ateniesi . «Perché voi invece di subire le estreme conseguenze diventereste sudditi , e noi
ci guadagneremmo a non distruggervi» .
[ 94 ] Meli . «E dunque non accettereste che noi ce ne stessimo in pace e fossimo amici anzi
ché nemici , ma alleati di nessuno ? » . [ 95 ] Ateniesi , «No ! la a vostra inimicizia infatti non ci danneggia tanto quanto la vostra amicizia , perché questa fornirebbe ai sudditi un esempio della nostra debolezza , mentre il vostro odio gli darebbe un esempio della nostra forza» .
[ 96 ] Meli . «È così che i vostri sudditi intendono ciò che è accettabile , tanto da avere la stessa considerazione per quelli che si rifiutano di obbedirvi e quelli che , essendo per la maggior parte coloni vostri e alcuni anche ribelli , sono stati ridotti in schiavitù ? » .
[ 97 ] Ateniesi . «Certo , perché sono convinti che agli uni agli altri manchino validi motivi , ma che i primi la spuntano perché sono forti , e che noi non li attacchiamo per paura . E quindi , oltre ad ampliare il nostro impero , assoggettarvi ci garantirebbe la sicurezza , tanto più se voi , isolani e per giunta meno potenti di altri al cospetto dei dominatori del mare , non riusciste ad avere la meglio .


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Monologo interiore di Senofonte (Anabasi III, i, 2)

cristiana caserta /
Ἑλληνική Transliterate
italiano
ἐπεὶ δὲ ἀπορία ἦν , ἐλυπεῖτο μὲν σὺν τοῖς ἄλλοις καὶ οὐκ ἐδύνατο καθεύδειν · μικρὸν δ ' ὕπνου λαχὼν εἶδεν ὄναρ . ἔδοξεν αὐτῷ βροντῆς γενομένης σκηπτὸς πεσεῖν εἰς τὴν [ 12 ] πατρῴαν οἰκίαν , καὶ ἐκ τούτου λάμπεσθαι πᾶσα . περίφοβος δ ' εὐθὺς ἀνηγέρθη , καὶ τὸ ὄναρ τῇ μὲν ἔκρινεν ἀγαθόν , ὅτι ἐν πόνοις ὢν καὶ κινδύνοις φῶς μέγα ἐκ Διὸς ἰδεῖν ἔδοξε · τῇ δὲ καὶ ἐφοβεῖτο , ὅτι ἀπὸ Διὸς μὲν βασιλέως τὸ ὄναρ ἐδόκει αὐτῷ εἶναι , κύκλῳ δὲ ἐδόκει λάμπεσθαι τὸ πῦρ , μὴ οὐ δύναιτο ἐκ τῆς χώρας ἐξελθεῖν τῆς βασιλέως , ἀλλ ' εἴργοιτο πάντοθεν [ 13 ] ὑπό τινων ἀποριῶν . ὁποῖόν τι μὲν δὴ ἐστὶ τὸ τοιοῦτον ὄναρ ἰδεῖν ἔξεστι σκοπεῖν ἐκ τῶν συμβάντων μετὰ τὸ ὄναρ . γίγνεται γὰρ τάδε . εὐθὺς ἐπειδὴ ἀνηγέρθη πρῶτον μὲν ἔννοια αὐτῷ ἐμπίπτει · τί κατάκειμαι ; δὲ νὺξ προβαίνει · ἅμα δὲ τῇ ἡμέρᾳ εἰκὸς τοὺς πολεμίους ἥξειν . εἰ δὲ γενησόμεθα ἐπὶ βασιλεῖ , τί ἐμποδὼν μὴ οὐχὶ πάντα μὲν τὰ χαλεπώτατα ἐπιδόντας , πάντα δὲ τὰ δεινότατα παθόντας [ 14 ] ὑβριζομένους ἀποθανεῖν ; ὅπως δ ' ἀμυνούμεθα οὐδεὶς παρασκευάζεται οὐδὲ ἐπιμελεῖται , ἀλλὰ κατακείμεθα ὥσπερ ἐξὸν ἡσυχίαν ἄγειν . ἐγὼ οὖν τὸν ἐκ ποίας πόλεως στρατηγὸν προσδοκῶ ταῦτα πράξειν ; ποίαν δ ' ἡλικίαν ἐμαυτῷ ἐλθεῖν ἀναμείνω ; οὐ γὰρ ἔγωγ ' ἔτι πρεσβύτερος ἔσομαι , [ 15 ] ἐὰν τήμερον προδῶ ἐμαυτὸν τοῖς πολεμίοις . ἐκ τούτου ἀνίσταται καὶ συγκαλεῖ τοὺς Προξένου πρῶτον λοχαγούς . ἐπεὶ δὲ συνῆλθον , ἔλεξεν · Ἐγώ , ἄνδρες λοχαγοί , οὔτε καθεύδειν δύναμαι , ὥσπερ οἶμαι οὐδ ' ὑμεῖς , οὔτε κατακεῖσθαι ἔτι , ὁρῶν [ 16 ] ἐν οἵοις ἐσμέν
In quella situazione senza sbocco soffriva insieme agli altri e non riusciva a chiudere occhio . Poi si assopì per qualche istante ed ebbe un sogno : gli sembrò che durante una tempesta un fulmine si abbattesse sulla casa paterna e che questa poi , tutta quanta , mandasse bagliori . 12 Sconvolto , sùbito si svegliò : valutava il sogno fausto per alcuni aspetti , perché in una situazione di gravi travagli e pericoli gli era apparsa la grande luce di Zeus ; d ' altro canto però era preoccupato , perché il sogno pareva venire da Zeus sovrano e il fuoco sembrava mandare bagliori tutt ' attorno , in cerchio , a indicare che non avrebbe trovato nessuna via d ' uscita dal territorio del re , ma da ogni lato sarebbe stato trattenuto da qualche ostacolo . 13 Qual è il vero significato di un sogno simile , lo si può capire dagli eventi successivi . Ecco che cosa accadde . Appena si ridestò , sùbito lo assalì un pensiero : " Che ci sto a fare qui sdraiato ? La notte avanza ; allo spuntar del giorno , probabilmente , piomberanno i nemici . Se cadremo nelle mani del re , che cosa ci salverà da una morte infamante , dopo aver visto orrori d ' ogni genere , dopo aver sofferto tutte le pene più atroci ? 14 Nessuno si prepara si cura di come ci difenderemo : restiamo qui sdraiati quasi che potessimo starcene tranquilli . Da quale città mi attendo che arrivi uno stratego per guidare le operazioni ? Che cosa aspetto per agire , di diventar vecchio ? No , non avrò ancora modo di invecchiare , se oggi mi consegnerò ai nemici " . 15 Perciò balza in piedi e chiama sùbito i locaghi di Prosseno

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